L’orto in terrazza

“ Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, di gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l’anno della crescita,
ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce
e che muore, ai ragazzi che crescono,
attenzione anche ad un semplice lampione,
ad un muro scrostato.”
Le parole del poeta e paesologo Franco Arminio suonano come un manifesto per i bambini della quinta classe della scuola primaria “ Maddalena di Canossa “ di Catania, che, già da due anni, condividono il progetto “L’orto in terrazza”.
Prendendo spunto dai principi della biofilia , della capacità, cioè, di trarre beneficio dal contatto con la natura, già approfonditi da Erich Fromm nel 1964, l’idea di strutturare un orto a scuola è stata abbracciata due anni fa e coinvolge i bambini, la loro maestra di scienze e un esperto in agraria a cadenza settimanale.
La nostra scuola non dispone di un campo da coltivare, ma questo non è stato un ostacolo al progetto, infatti, abbiamo pensato di realizzare il nostro piccolo orto in bellissimi vasi di terracotta che si trovavano nei nostri terrazzi ed erano in disuso. Le pianticelle, i loro fiori e i loro piccoli frutti fragranti hanno, perciò, il fascino di lontani bonsai giapponesi.
L’attività dell’orto didattico, nella sua apparente semplicità, ha permesso ai bambini di rientrare a contatto con la natura di vedere la bellezza che risiede nella semplicità delle piccole cose.
Gli alunni, muniti di un Kit di giardinaggio plastic free, sono stati impegnati nella semina, nella cura delle piante, nella raccolta dei loro frutti e hanno riscoperto non solo i principi del rispetto dell’ambiente in cui vivono ed operano, ma anche quelli legati ad una alimentazione sana e sostenibile.
L’orto ha portato i bambini a formulare un nuovo concetto di tempo, libero dai vincoli della fretta e della frenesia: ora hanno fatto proprio il concetto di stagione e della sua lentezza che porta alla maturazione.
Con il tempo i ragazzini sono stati invitati a dare valore alle tradizioni e ai prodotti legati al territorio e dunque a riconoscere quelle radici contadine che , ormai, giacevano sepolte nell’asfalto cittadino.
Coltivare a scuola ha abituato i bambini a vivere all’aria aperta, a sviluppare i loro sensi, a condividere spazi comuni nel rispetto gli uni degli altri. L’orto li ha educati a prendersi cura di loro stessi e a farsi carico dei bisogni di altri esseri viventi.
Questa esperienza ha avuto una valenza educativa potente:
  • alla fretta abbiamo sostituito la lentezza delle stagioni;
  • al gusto omologato dello junk food abbiamo preferito il sapore dolce delle insalate coltivate con le nostre mani;
  • l’ odore acre dei fumi di scarico delle automobili che passano vicino la nostra scuola è stato sopraffatto dal profumo delle nostre piantine aromatiche: il timo, la menta, il basilico, il rosmarino, spesso, impregnano le nostre bellissime mani sporche di terra.
L’avventura del piccolo giardino canossiano in vaso per i bambini della classe quinta sta per concludersi, ma ci auguriamo e auguriamo ai nostri alunni che la cura per l’orto possa essere metafora della loro stessa vita, possano essere seminatori e coltivatori di pace e fratellanza.
Rosa Plumari