Mobilità Erasmus+: il punto di vista della tutor Antonella

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Antonella Battaglia, ex docente presso il CentroModa Canossa, che quest’estate ha accompagnato alcuni studenti durante la loro mobilità Erasmusplus di tre settimane a Valladolid; ecco una sua breve intervista riguardo l’esperienza.
Da quanti anni accompagni i ragazzi in mobilità? Ci racconti un aneddoto o qualcosa che ti ha stupito durante il tuo soggiorno in Spagna?
Questa per me è stata la prima volta in veste di tutor, ed è stata un’esperienza del tutto positiva che mi ha arricchito tanto. La cosa che ho trovato più bizzarra della Spagna sono gli orari lavorativi: la giornata non inizia prima delle 10 e nel pomeriggio si fa la famosa “siesta”, quindi la vita scorre molto lentamente rispetto ai ritmi a cui siamo abituati in Italia. Un altro aspetto che mi ha stupito molto è il fatto che in pochi parlassero fluentemente l’inglese: spesso e volentieri mi sono ritrovata ad abbozzare frasi in spagnolo o a gesticolare per farmi capire.
I momenti che mi porterò sempre nel cuore sono stati quelli passati nel Paque Campo Grande, un enorme parco che si trovava nel centro della città e in cui vivono in libertà animali come pavoni, anatre e scoiattoli; sia io che i ragazzi abbiamo apprezzato moltissimo questo polmone verde all’interno della città.
Credi sia importante proporre questi progetti nei nostri centri? perché?
Personalmente, essendo stata io stessa una studentessa che ha avuto la possibilità di fare un periodo di stage all’estero, trovo che sia un’esperienza preziosa da non lasciarsi sfuggire e che permetta di crescere molto dal punto di vista personale e professionale. Ci si ritrova a dover farsi capire in una lingua che non è la propria, in un paese diverso con usi e costumi differenti, lontano da casa e dalla propria zona di comfort. Inoltre, lavorare all’estero, anche per un breve periodo, offre la possibilità di avere un piccolo scorcio su come funzioni il mondo del lavoro al di fuori del proprio paese, dando la possibilità ai ragazzi di scegliere, un domani, anche altri scenari; quindi sì, è un’esperienza che raccomando caldamente di fare almeno una volta nella vita!
Ultima domanda: l’Erasmus per te in tre parole?
Avventura, conoscenza e cultura.