Lettera a cuore aperto della Classe V liceo delle scienze umane dell’Istituto Matilde di Canossa di Como

Vi riportiamo una lettera inviataci dalle studentesse della V scienze umane dell’Istituto Matilde di Canossa di Como. A noi ha fatto particolarmente riflettere e le loro parole ci hanno fatto emozionare…buona lettura!
Le ragazze scrivono: “Che cosa non vogliamo dimenticare della pandemia?” è la domanda protagonista della Settimana delle Scienze umane 2020-2021 , organizzata come ogni anno dal nostro Istituto per gli studenti del triennio iscritti appunto al Liceo delle scienze umane: cinque giorni di stop alle lezioni tradizionali e dedicati all’approfondimento di un tema particolare grazie all’intervento di relatori competenti, a momenti di riflessione nella classe e tra le classi e alla progettazione di un prodotto finale che possa presentare, sia al resto della scuola che all’esterno, quanto appreso.
Il tema di quest’anno pare a primo impatto paradossale: da oltre un anno infatti l’intero pianeta è colpito da una crisi sanitaria che ci ha costretti a molti sacrifici ed ha provocato molto dolore, perché allora ci chiediamo cosa non vogliamo dimenticare?
Durante la settimana abbiamo potuto ascoltare voci di esperti operanti in diversi ambiti della società che ci hanno reso partecipi di sfaccettature nascoste e poco note della pandemia: un filosofo, una maestra delle elementari con alcuni suoi alunni, un politologo, una psicoterapeuta e un’infermiera. In ognuno di loro abbiamo intravisto la fatica nell’affrontare questo tempo “imprevedibile” che ci ha colti di sorpresa e impreparati, che ci ha costretto a sperimentare così da vicino la solitudine e la sofferenza, ma ciò che è emerso in maniera preponderante è stata la speranza, il desiderio di vivere intensamente anche questa nuova sfida. Grazie ai loro occhi, abbiamo visto la nostra situazione di isolamento in modo diverso, sicuramente più empatico, comprendendo come sia infantile chiudersi e fossilizzarsi sul proprio ego mortificato, perché essere uomini e donne significa spendersi sul campo, e non importa quanto questo campo possa essere minato, quello che conta è cercare di aprire una strada capace di mostrare, a noi stessi ed agli altri, orizzonti nuovi e nuovamente significativi in una terra che pareva già nota a tutti.
Cosa non vogliamo dimenticarci quindi, o meglio, cosa vogliamo ricordare, cioè “richiamare in cuore”, anche tra molto tempo, di questi anni di pandemia?
Resterà nel nostro cuore un pensiero che ci dirà di come questo periodo disordinato ci abbia permesso di guardarci dentro, di essere solidali con gli altri, di unirci anche se tutti distanti.
Non vogliamo dimenticarci di come questa “tempesta” ci abbia permesso di riscoprire lo stare in famiglia, l’essenzialità, il valore della libertà e della scuola come luogo, anche virtuale, di incontro e di confronto.
Non vogliamo dimenticarci dell’impegno di insegnati e studenti al fine di trovare nuove e stimolanti modalità di dialogo e conforto, così come porteremo con noi le persone che ci sono state vicine e quelle che hanno fatto del “prendersi cura” il proprio compito quotidiano.
Ci verrà in mente di come spesso ci siamo affidati al virtuale forse anche per scappare da una realtà stretta e difficile, e ci penseremo due volte, quando avremo la possibilità di chiarire un rapporto di persona, a rinunciarci optando per un semplice whatsapp. Ricorderemo di come vince sempre chi si mette in gioco, anche se agli occhi degli altri può apparire un perdente. Ricorderemo che il pessimismo è facile, mentre la vera sfida è sempre quella della speranza.
Si, durante il lockdown abbiamo compiuto 18 anni, siamo diventante maggiorenni senza feste né celebrazioni. Ci è sembrato ingiusto, ma forse grazie a queste rinunce siamo diventate davvero un po’ più grandi, più ricche e consapevoli, e quindi responsabili. Responsabili di mantenere viva in noi la memoria di questa fatica, ma anche di coglierne le potenzialità per farle fruttare nel futuro. La nostra vita è adesso, e nessuna pandemia, così come nessun’altra difficoltà, potrà mai sottrarcela del tutto. Questo ricorderemo, questo il nostro messaggio: “Ogni mattina, dimentica le tue ansie e le tue paure: alzati e impegnati per diffondere la tua luce tutt’intorno. Soltanto i ciechi non potranno scorgere il tuo splendore, tutti gli altri ne resteranno affascinati”.

 

– Le studentesse della V scienze umane