A Marzo abbiamo avuto il piacere di ospitare Susanne: una docente svizzera di lingue straniere proveniente dall’istituto GBS St. Gallen, che ha deciso di prendersi un anno sabbatico. Il suo obiettivo era quello di immergersi nel modello scolastico italiano, dando assistenza e supporto alle insegnanti delle nostre scuole, e di rispolverare le sua conoscenza della nostra lingua. Proprio per questo ultimo motivo, abbiamo deciso di pubblicare in forma originale la lettera scritta da Susanne in italiano al termine del suo soggiorno. Buona lettura!
Qualche giorno alle scuole dell’opera Canossiana: un’esperienza che mi ha arricchita molto
Quando sono arrivata due settimane fa, non avevo nessune attese. Volevo fare conoscenza con una scuola italiana – e migliorare mio Italiano. La prima giornata in Via Diaz mi trovavo in un edificio grandissimo con corridoi lunghissime, sale e scale dappertutto … un proprio labirinto. Dopo un ricevimento molto accogliente avete cominciato: avete parlato dell’ infanzia, della scuola media, dell’ elementare… avete menzionato “CLIL” e “DSA”, anche laboratori vari; il Canossa Campus, la scuola di Rovato e di Via San Martino, l’“audiofonetica” e “CFP”.
In questi primi momenti avevo capito che non è solo “una scuola” – invece avevo capito che ero entrata in un “Universo”: L’universo della formazione Canossiana. E così, poco a poco, mi avete dato l’ occasione unica di scoprirlo. Era troppo bello di iniziare con l’Infanzia. Questo mi dava la prima idea come funziona la vostra filosofia di una formazione continuata.
All’ infanzia mi impressionava la sincerità anche dei più piccoli: come erano carini verso gli amici, come volevano svolgere i propri compiti (per esempio come camerieri prima del pranzo). Anche la maniera affettuosa come parlavano le maestre – e come avevano preso sul serio le preoccupazioni per quanto riguardo la guerra in Ucraina.
Ci erano bimbi che avevano bisogni particolari – ma anche loro erano inclusi con grande attenzione. Madre Gabriella mi ha dato letteratura per conoscere di più il volto delle scuole canossiane – e così trovavo la teoria dietro queste osservazioni che potevo fare nella vita scolastica quotidiana.
Questi cinque pilastri fondamentali non sono rimasti una teoria – ma piuttosto è una convinzione esistente. E questo mi sembrava così convincente – dopo ogni conversazione con voi professoresse e maestre, dopo ogni lezione in classe sempre di più.
Dopo l’infanzia, ci erano visite nelle classi elementare, nelle medie – e anche al liceo. Dappertutto trovavo momenti preziosi:
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i contatti rispettosi tra allievi e professoresse
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si vede chiaramente che la scuola vuole includere, e non escludere: e così far vedere che la convivenza dovrebbe essere normale
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si vede la preoccupazione di essere trasparente verso i genitori per far conoscere il lavoro (siti Internet, presenza sui sociali, esposizioni)
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gli allievi sanno che la collaborazione è importante (concretamente nelle sale, ma anche durante discorsi o col comportamento nella vita)
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gli allievi sanno che facciamo tutti parte di un mondo (scambi, fiere; conoscono l’idea Europea; si parla della formazione scientifica delle donne, dell’ONU, dell’energia nucleare…)
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gli allievi sono sicuri di sé, anche di spiegarsi perché sono ascoltati e rispettati
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si vede una voglia di spiegarsi, di uno scambio di idee
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si vede una partecipazione attiva
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gli strumenti IT sono disponibili – ma rimangano strumenti!