Intervista a Marco, "progettista della formazione"

Marco, è poco più di un anno che sei entrato nella famiglia ENAC, anno in cui ti sei occupato soprattutto dei corsi di formazione per il personale delle scuole canossiane. Come ti sei sentito in questa nuova veste, da progettista quale sei?
Mi sono sempre occupato di sociale e di categorie svantaggiate, in Italia e all’estero. Supportare gli insegnanti nello sviluppo delle proprie skills, in particolare quelle soft, quelle più relazionali ed empatiche, è per me motivo di appassionamento e di crescita professionale in quanto sono operatori che a loro volta si interfacciano direttamente con forme più o meno profonde di “svantaggio”. Non è più un ruolo di mediazione diretta e compartecipata ma diventa un’azione di secondo livello per creare le migliori condizioni necessarie affinché i docenti possano esprimere le proprie competenze per scoprire talenti, anche laddove si vedano soltanto difficoltà (dell’apprendimento, del calcolo, della dizione…). Gli insegnanti sono molto spesso i primi educatori di una società, specialmente in presenza di famiglie disgregate o multi-famiglie dove i giovani “adulti” hanno molteplici riferimenti senza esserne punti fermi. Quest’aspetto accresce il mio senso di responsabilità.
Per te la formazione è stato scoprire un nuovo mondo: qual è l’aspetto che ti è piaciuto di più? E quello che ti è piaciuto meno?
Provengo da una famiglia di insegnanti pertanto ho sempre respirato “scuola” a casa e nelle conversazioni serali. Per studi e interessi mi sono dedicato al sociale e a contesti dal forte impatto sfidante e con un respiro internazionale, questo in parte mi manca. D’altro canto apprezzo l’ampissimo parterre che il mondo canossiano mi sta mettendo a disposizione presentandomi persone di altissimo profilo e di indubbia qualità professionale. Ho molto da imparare da questi incontri e dalla missione di Maddalena, che di sfide ne ha vinte tantissime!
Se pensi ai partecipanti, quale credi sia la loro opinione sull’offerta che diamo loro?
Non posso dire molto in un anno di lavoro e non ho l’esperienza per confrontare ENAC con altri enti di formazione e con la loro offerta formativa. Ritengo che ENAC faccia il possibile per tenere in considerazione alcuni parametri fondamentali della formazione:
  • I principi canossiani e il ruolo dell’educatore/ educazione all’interno degli Istituti;
  • La contemporaneità dell’offerta formativa con il contesto attuale che sta vivendo l’istruzione e la formazione in Italia e, grazie alla rete di stakeholder europei, anche fuori dai confini nazionali;
  • L’innovazione formativa, con un’attenzione particolare all’evoluzione della scuola nel contesto legislativo e sociale italiano, favorendo formazioni dedicate e tailor made per categorie specifiche all’interno della scuola e dei centri di formazione professionale (dirigenti, coordinatori, amministrativi e personale non docente).
Da queste premesse e dai questionari di gradimento che riceviamo al termine di ogni corso è riscontrabile un buon apprezzamento della nostra offerta formativa da parte dei discenti. Qualche problema legato alla formazione a distanza, ma questo è inevitabile.
Sicuramente la gravi crisi pandemica non ha favorito il rapporto diretto e costante con le sedi e con il personale ivi impiegato; sarà mio compito riprendere e rafforzare le relazioni.
Ci sono dei corsi specifici che ti piacerebbe proporre loro in futuro?
In generale sono molto attratto da formazioni che riguardano l’aumento delle performance delle capacità cognitive individuali (corsi di memorizzazione rapida, competenze socio-emotive, mind-mapping, l’uso delle frequenze per la metaconoscenza, ecc.). Credo che utilizziamo molto poco del nostro intelletto e si potrebbe far di più. Apprezzo il mantenimento di un certo grado di creatività e visualizzazione (…di un mondo più in connessione con la natura e con il Divino) anche all’interno di mansioni e/o attività tecniche come quelle che svolgo. Mi piace l’approccio montessoriano nell’educazione e, da padre, vorrei che i bambini venissero spronati ad esprimere i loro talenti, anche se questi sono lontani da programmi ministeriali o format educativi prestabiliti. Gli insegnanti in questo fanno la differenza. Educare, nell’etimologia della sua parola, significa “tirare fuori” e mi piacerebbe proporre corsi per sviluppare ancor più queste competenze nel corpo docenti canossiano, che già è molto preparato. Mi riprometto in futuro di ascoltare sempre più i bisogni delle nostre realtà educative e trarre insegnamento dai loro approcci per favorire un’offerta formativa sempre più attinente al loro modo di concepire l’educazione e la formazione. In futuro, per migliorare l’offerta formativa, ENAC sta ideando un nuovo catalogo corsi e un database formatori di alto profilo.
Cosa ci dici della formazione a distanza? Quali sono, secondo te, le maggiori differenze con la formazione in presenza?
Inizio con un pro: possiamo proporre i top formatori a qualsiasi realtà educativa indipendentemente dalla distanza e dalla logistica. Questo accresce moltissimo la qualità formativa. Viene però meno tutta la comunicazione non verbale e la “potenza” del gruppo, l’energia che essa sprigiona, il confronto coi colleghi su tematiche “altre” e quella connessione naturale tra le persone che si crea spontaneamente in un ambiente con molte identità e valori. Mi chiedo, tuttavia, cos’è meglio tra la formazione a distanza e la non-formazione? La domanda è sarcastica, pertanto accolgo favorevolmente la formazione a distanza come una grande opportunità contraria all’apatia del sapere che si sarebbe potuta creare senza questo importante strumento.
Per noi che progettiamo, organizziamo, monitoriamo e rendicontiamo i corsi la modalità a distanza ha aumentato la mole di lavoro ed il processo di “tecnicizzazione” del nostro operato.
Una richiesta che faresti all’ente finanziatore?
(Ride) L’informatica dovrebbe essere al servizio dell’uomo per favorire e velocizzare i processi lavorativi. Con il nostro donor è così solo in parte. Quindi, la prima cosa che chiederei è una rivalutazione della piattaforma digitale per eliminare ripetizioni e l’inserimento di dati già più volte introdotti. D’altro canto, ho trovato moltissima disponibilità e una grande dedizioni nei confronti di noi enti attuatori. Merito anche del curriculum che ENAC si è creato in questi anni di lavoro dovuta alla professionalità dei miei colleghi.
Grazie, Marco, per questa tua condivisione!