Il Parlamento dei Popoli

Oltre sessanta studenti dell’Istituto “Barbara Melzi” in visita al Parlamento europeo

Per le classi quinte è stata la prima gita di più giorni; per i ragazzi di quarta la possibilità di vedere da vicino  quello che studiano nei manuali di diritto ed economia politica; per tutti non solo un percorso di educazione civica, ma un’esperienza unica che resterà nei cuori e nei pensieri.
Se il tour è quello classico di tante scolaresche: Colmar (con la sorpresa di Riquewihr, il paesino alsaziano che ha ispirato i disegnatori de “La Bella e la Bestia”), Strasburgo, Friburgo e le cascate del Reno a Sciaffusa, la serietà e l’allegria che hanno caratterizzato questi tre giorni sono state speciali.
La visita al Parlamento europeo è stata il cuore della tre giorni franco-tedesca. Ospiti dell’eurodeputata Isabella Tovaglieri, siamo stati accompagnati dal suo staff alla scoperta di una delle Istituzioni più significative del nostro tempo e della nostra storia.
Il Parlamento è la realizzazione più significativa di un grande desiderio politico; dopo la sofferta Pace di Parigi del 1947 occorreva non ripetere gli errori di trent’anni prima e subito iniziò una collaborazione tra alcuni Paesi che trasformò il rancore in progettualità, la vendetta in speranza.
Abbiamo discusso con l’Eurodeputata dei temi di principale attualità, abbiamo partecipato ad una parte della seduta plenaria dell’Assemblea e siamo stati accompagnati alla scoperta delle funzioni del Parlamento in rapporto alle altre Istituzioni europee, in primis la Commissione.
Abbiamo respirato l’acre profumo del dibattito ideologico, abbiamo ascoltato tante lingue, abbiamo gustato l’importanza della Politica, quella che si assume la responsabilità di scegliere e di decidere, ma, soprattutto, le ragazze e i ragazzi delle classi quarta e quinta hanno compreso come opportunità per sé e per il proprio futuro la possibilità di portare il proprio contributo in Europa.
Un’Europa che deve superare antiche barriere per pensarsi soggetto originale, capace di affrontare le grandi sfide che provengono dal nostro tempo attingendo dalle sue radici profonde che, come disse Giovanni  Paolo II, non possono prescindere dal cristianesimo.