Per un periodo ha vissuto a Verona, presso Casa Madre. Cosa l’ha portata in Italia? Che ricordi ha di quel periodo della sua vita?
“Dal 2018 al 2019 ho vissuto in Italia per la mia formazione carismatica. Ho passato la maggior parte del tempo a Roma, e 3 mesi a Verona. Vivere a Casa Madre è stato un sogno per me: quando sono entrata oltre la porta di ingresso non ho potuto fare a meno di emozionarmi e ringraziare Dio per avermi dato questa possibilità straordinaria. In quei tre mesi a Verona ho imparato così tanto! Le parole di Don Luigi Libera risuonano ancora nel mio cuore: “Coraggio, abbandoniamoci sempre più alle braccia amorose del nostro Dio. Figlia mia, cammina con coraggio e semplicità”. Ricordo con enorme gioia il mio soggiorno con le sorelle a Verona: la loro quotidiana testimonianza d’amore mi ha fatto conoscere meglio quali siano le vere qualità dell’essere canossiana.”
Ora è tornata a vivere nel suo paese natale e si occupa di insegnamento. Può raccontarci qualcosa in più della comunità canossiana di cui fa parte?
“La nostra Provincia di Regina Martyrum – Hong Kong, è la prima terra di missione della Famiglia Canossiana, fondata nel 1860. Attualmente ci sono 85 sorelle distruibuite in 12 comunità; l’età media è di 73 anni e sono presenti 6 nazionalità diverse: cinese, indonesiana, italiana, portoghese, malese e singaporiana.
Nonostante la sfida dell’invecchiamento e la diminuzione del numero di suore, ringraziamo Dio per il dono di nuove vocazioni. Attualmente abbiamo due postulanti che stanno facendo la loro formazione iniziale nella Provincia delle Filippine. Le suore sono incoraggiate a partecipare ai programmi vocazionali della diocesi e a coltivare vocazioni nel cuore degli studenti e dei laici che Dio ci ha affidato nelle 20 scuole che gestiamo. Inoltre, prestiamo servizio nel nostro ospedale canossiano a Hong Kong e gestiamo una casa per anziani a Macao”.
Cosa si augura per il futuro?
“Mi auguro di continuare a crescere e migliorarmi, diffondendo il carisma canossiano, lavorando con e per gli altri, specialmente i più bisognosi. Ammetto che l’appello a “fate conoscere Gesù” è stato più impegnativo in quest’epoca di complesse situazioni sociali, religiose e politiche. Tuttavia, con rinnovata fiducia in Dio, le mie sorelle ed io ci impegniamo ad affrontare il futuro con speranza e coraggio”.