Giochi di luce a Catania

Di Claudia Leontini
Non esiste luogo che non possa divenire esso stesso dimora di bellezza.
In un periodo così difficile per la storia dell’umanità, cosa possiamo fare affinché il ritorno al bello possa essere una piccola ancora di salvezza dalle brutture del mondo?
Quando parliamo di arte non sempre possiamo parlare di bellezza poiché l’arte, in quanto tale, proviene da ciò che dimora così tanto in profondità, spesso, da apparire oscura e, talvolta, incomprensibile. Ma c’è una via d’uscita: la luce.
Portare il buio alla luce, con coraggio; con il silenzioso grido di chi, il bello, lo desidera. In questo gioco di pieno e vuoti, da dentro a fuori, possiamo rendere visibile il desiderio di un luogo migliore a misura d’uomo o, ancora di più, a misura di bambino. Se c’è una cosa che sto imparando, ogni giorno, è che non esiste una verità più pura di quella “urlata” da un bambino felice o arrabbiato o, ancora, triste. Perché in questo tempo di tempesta, loro riescono a destreggiarsi con lo sguardo della speranza che li porta ogni giorno a colorare un mondo diverso da
quello che li circonda. Mi sono chiesta, spesso, come facciano ma la risposta è semplice e complicata allo stesso tempo: riescono a sognare così tanto da vedere oltre.
In fondo cos’è un artista? Un sognatore coraggioso, capace spesso di rappresentare una terribile e atroce realtà ma anche una meravigliosa soluzione fatta di colori, macchie, linee. Tutto lo scarabocchio interiore di cui siamo fatti e che, loro, i bambini, sanno leggere bene e sgrovigliare.
L’arte in sé racchiude sempre un bisogno estremo di comunicare al mondo qualcosa, dopo essere stato tanto taciuto, interiorizzato ma soprattutto vissuto.L’arte è un dono da condividere col mondo. Guardate i bambini, quando realizzano un’opera la portano in giro facendola vedere alle persone più importanti per loro perché sanno di aver creato qualcosa di bello e, quando qualcosa è bello, va condiviso con chi si ama.
L’arte è la capacità di percepire sé stessi. L’arte è un dono dato agli uomini per gli uomini fin da bambini; è salvezza, in un mondo in cui siamo abituati a guardare più schermi che volti. Tutti gli esseri viventi fanno arte: anche le api che sembrano danzare prima di posarsi su un fiore o il canto soave di un uccellino, la complessa forma di un fiocco di neve vista al microscopio. Se pensiamo alla bellezza che ci circonda, riusciamo a percepire l’intera creazione come un’opera d’arte? Se così fosse, se avessimo lo spirito libero dalla bruttura, forse oggi non ci sarebbe bisogno di cadere nel buio di un conflitto, nella forma più bassa di cui siamo capaci. Ma l’artista può creare. È forse questa una speranza?
Attraverso la sua intelligenza e la sua sensibilità può, egli, far qualcosa di nuovo?
È così che cerchiamo di approcciarci al bello, presso la Canossian School di Catania, dove i bambini hanno la consapevolezza di avere il potere e la capacità di creare. Si sentono chiamati a partecipare, ogni giorno, alla dimensione del bello che arricchisce e che tocca le corde del cuore. Quella vocazione intesa non come momento in cui Dio ci dice di restare lì ma di andare, di muoverci, di lavorare di più per Lui e, quindi, per un mondo più “colorato” che può anche sconvolgere, proprio come un vento forte che, soffiando, ti stravolge dentro e ti fa vibrare l’anima, scombinando il tuo sguardo che, non sarà più lo stesso. Abbiamo la consapevolezza che fare arte per noi è anche stare insieme, partecipare al dono dell’uno per l’altro. Non c’è divertimento se anche uno solo di noi non sta bene o è assente. Perché questo non potrebbe essere un riflesso, in piccolo, di ciò che dovrebbe essere il mondo? Quel luogo perfetto in cui risuona uno spazio di amore come dono di Dio per noi, perfetto e, allo stesso tempo, gradito a Lui.
Fare arte non ci spaventa. Perché uso questo termine? Perché abbiamo compreso che, talvolta, l’arte può quasi far paura, poiché ti costringe
a vedere dei dolori che non vuoi vedere ma che, alla fine, ti fa abbracciare anche le emozioni più brutte affinché possano essere trasformate, come per magia, in qualcosa di nuovo, prezioso e unico.