È stato un anno lungo e difficile e ancora non ne vediamo la fine, però in fondo a questo tunnel abbiamo scelto di vederci almeno la luce. È per questo che abbiamo ripreso, seppur con tanti dubbi e incertezze, ma sicuramente anche tanta speranza, a riprogrammare le mobilità Erasmus.
Dopo mesi passati prima a gestire l’emergenza e poi, con rassegnazione, a cancellare quello che era stato programmato i mesi precedenti, abbiamo ripreso in mano i progetti internazionali facendo un passo alla volta finché, stanchi del mondo virtuale, abbiamo deciso di provare a recuperare quello reale.
Abbiamo dunque trascorso l’autunno a contattare i partner esteri, a capire come loro si stessero organizzando, come intendessero reagire a quella che da emergenza stava diventando la nuova normalità, con restrizioni e accortezze varie. Abbiamo raccolto pareri, racconti, esperienze e anche documenti e protocolli. Alla fine della seconda ondata siamo arrivati davanti a un bivio: non fare nulla per un altro anno oppure rischiare e programmare dei flussi per l’estate successiva. Per contenere il rischio si è optato per gruppi piccoli in partenza da almeno fine giugno, evitando quindi gli stage curricolari durante l’anno formativo. Inoltre, per non vanificare gli sforzi, si è optato per una formula blended, ovvero delle settimane di preparazione online nei mesi primaverili a cui far seguire delle settimane di mobilità fisica nel periodo estivo. I nostri centri hanno accolto favorevolmente la proposta e così ci siamo messi a lavoro concretizzando quelle che fino a quel momento erano state solo delle ipotesi.
Il progetto ENACplus, che inizialmente sarebbe dovuto terminare il 31 marzo, è stato quindi prorogato per poter utilizzare fondi già stanziati dall’Agenzia Nazionale INAPP e all’interno di esso si è iniziato a confermare i gruppi.